È da ritenersi l’edificio sacro di più antica fondazione di tutta la Valverde, probabilmente eretto attorno all’VIII secolo; subì una radicale ricostruzione attorno al 1450 in cui venne allungato e ampliato.
Dello stesso periodo sono le cappelle laterali, l’abside, la torre campanaria, il piccolo battistero, la copertura dell’aula a capriate lignee e quella dell’abside a crociera. La decorazione pittorica testimonia l’esistenza di almeno tre cicli pittorici parietali sovrapposti, eseguiti dal XV al XVII secolo. Nel 1700, con l’edificazione della nuova parrocchiale, l’utilizzo dell’edificio venne legato ai soli riti di inumazione continuando ad impiegare il sagrato come Camposanto.
Attorno al 1930 la chiesa fu trasformata in cinema e solo alla fine degli anni Ottanta le venne ridata una funzione più consona tramite un radicale restauro.
All’interno l’abside manifesta la sintesi fra stile gotico e rinascimentale, rappresentando l’elemento più caratteristico e integro che la chiesa conservi della ricostruzione quattrocentesca; solo la presenza di decorazioni floreali tardo longobarde testimoniano la preesistenza di un edificio molto più antico. Nella parete sinistra la prima arcata è tutto ciò che resta della Cappella del Santissimo Sacramento e decorata da Paolo da Caylina il Giovane, Giampiero Zambelli e botteghe, a partire dal 1517. La cappella, forse in seguito alla venuta di San Carlo Borromeo, fu adornata con stucchi dorati coprendo così gran parte degli affreschi precedenti. La seconda arcata appartiene alla Cappella di San Carlo Borromeo e fu voluta dalla parrocchia di Botticino attorno 1620-30 a ricordo della sua visita avvenuta nel 1580, ma distrutta dopo l’edificazione dell’omonimo altare nella nuova parrocchiale. Subito dopo la cappella si apre il piccolo Battistero. L’elemento più interessante della parete destra è la presenza di pitture parietali sovrapposte eseguite dal XV al XVII secolo e realizzate da più botteghe, probabilmente quelle di Paolo da Caylina il Vecchio, Paolo da Caylina il Giovane e Pietro Paolo Zanetti. Il pavimento della navata, ora ricoperto da mattoni in cotto “antico”, conserva ancora tombe private chiuse da blocchi di pietra e lapidi.
Il campanile venne eretto nel quattrocento e sopraelevato all’altezza attuale nel 1822 quando si decise di riutilizzarlo per la nuova parrocchiale.
Dopo il restauro, ultimato nel 1992, l’edificio viene utilizzato come sala parrocchiale intitolata a don Tadini, e tuttora ospita manifestazioni culturali, teatrali, musicali e sociali.