Oc de San Martì

il piatto tipico di Paitone

“L’Oc de San Martì” – Piatto tipico di Paitone

Il comune di Paitone è costituito da varie frazioni. In una di queste, Marguzzo, si trova una Chiesa dedicato a San Martino il Santo vescovo di Tours.

 

La tradizione vuole che San Martino, che non voleva essere vescovo si sarebbe noscosto in un fienile pieno di oche: il loro starnazzare avrebbe segnalato a chi lo cercava il suo nascondiglio. Da allora la sera del 10 Novembre, per ricordare il Santo, si cucinava l’oca.

 

A Marguzzo, bellissima località del carso paitonese, forse perchè zona agricola, è stato edificato, in epoca medioevale, un Oratorio dedicato a Martino di Tours.

La devozione al Santo veniva così dichiarata dagli abitanti di Marguzzo e, seguendo la tradizione, ed anche per siglare la nuova fittanza agricola, il giorno 11 Novembre a Marguzzo si mangiava l’oca.

 

Questa tradizione, fino alla seconda metà del secolo scorso è stata mantenuta, poi, col diminuire della dimensione agricola a Marguzzo e  in generale nell’area la festa è andata declinando. Soprattutto si sono perse le ricette che ogni famiglia custodiva.

 

Fortunatamente si è  mantenuto il ricordo della tradizione culinaria  della  festa a San Martino che siglava il cambio di fittanza e pertanto si è potuto riportare in vita una antica tradizione della vita agricola: l’oc de San Martì.

 

Mancava però la ricetta: i cinque ristoranti presenti a Paitone, con un ottimo spirito di collaborazione, si sono prestati a dar vita ad un “certamen” per ridar vita al piatto tradizionale paitonese. 

 

Ogni ristoratore ha presentato una ricetta (alcuni ricordando vagamente racconti uditi dai nonni) ed una giuria ha votato e decretato così la ricetta tipica. Non è stato facile scegliere: ogni ristoratore, utilizzando prodotti del luogo, ha dato vita a cinque ricette, diverse, ma tutte ottime.

 

La scarto tra una ricetta e l’altra era minimo e tutte sono saporite e ottime. 

 

Qui si trova la ricetta del piatto tipico, ma ogni ristorante che ha partecipato al “certamen” può vantare un modo personale e segreto di cucinare il bellissimo e nobile volatile, l’Oca, che tanta parte ha avuto nella nostra cultura e vita (han salvato i romani dai Galli, han permesso di avere un ottimo vescovo a Tours, hanno custodito le nostre aie), sono belle (forse rumorose).

 

Di seguito una breve descrizione del piatto creato da ogni ristorante (ordine alfabetico):

 

Agriturismo da Cioci:  Cioci, il patron dell’agriturismo, che alleva oche e coltiva la terra ha voluto utilizzare solo ciò che al momento la sua azienda agricola proponeva: certamente l’oca, poi cavolo estivo, sedano e una concessione all’oriente con del pepe nero (ma il pepe è sulle nostre tavole da migliaia di anni).  Il piatto che ne è risultato è molto saporito, ricco al palato e, accompagnato dal contorno di cavolo (a Novembre la verza che ha preso il primo gelo) e davvero ottimo. Come companatico la polenta (d’obbligo).

 

Antica Osteria due Corone: l’oca è stata preventivamente lessata (intera) e poi scarnificata.  I bocconi così ottenuti, sodi e saporiti  sono stati accompagnati da una salsa al porro leggermente acidula  e un contorno di polenta (d’obbligo) e del pure. Il piatto risulta equilibrato e gustoso. La salsa ai porri, col suo sapore acidulo, pulisce la bocca.  Ricetta elegante caratterizzata dalla presenza di pochi ingredienti.

 

Antica Trattoria Leone: la ricetta creata dalla instacabile proprietaria della trattoria è semplice (come la sua cucina, legata alla tradizione di casa) ma decisamente gustosa.  L’oca viene cotta con carote, sedano e del pomodoro. Vienne accompagnata dalla polenta. Il piatto che ne risulta ha un gusto pulito, casalingo, curato, e  soddisfa il commensale per il mix di sapori creato. 

 

Ristorante il Tagliere d’Oro: la ricetta risulta essere elegante ed utilizza il solo petto dell’oca.  lo chef ha utilizzato miele di acacia, nocciole ed ha accompagnato il piatto con chips di polenta.  Anche di questo piatto non si può dire che non sia gustoso e ricco al palato.

 

Trattoria da Tindaro: la ricetta preferita tanto da diventare il piatto tipico.  Piatto con sapori che hanno sempre accompagnato la cucina bresciana: la salsa che se ne ottiene si accompagna molto bene al nobile volatile. 

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