Rezzato

armoniosa ed elegante villa suburbana

Villa Avogadro-Fenaroli

La famiglia Avogadro fu tra le più influenti della nobiltà bresciana: probabilmente di origine Scaligera si stabilì in città e fu sempre una fedele alleata della repubblica di San marco tanto da favorirne l’insediamento in città (1426).

Nel 1438 la famiglia, con Pietro, viene aggregata al patriziato Veneto: grande onorificenza soprattutto se si pensa che gli Avogadro non erano di Venezia.

 

L’ultimo discendente degli Avogadro, Paola, sposò il conte Bartolomeo Fenaroli di famiglia originaria di Tavernola Bergamasca, sul lago d’Iseo, ascritti alla nobiltà civica bresciana e conti dal 1646 ed i possedimenti Avogadro passarono ai Fenaroli che aggiunsero il cognome Avogadro divenendo Fenaroli Avogadro.

 

La famiglia Avogadro, che deteneva l’onore dell’avvocatura della Curia vescovile nel 1481 fa erigere un fabbricato rurale a supporto della grande proprietà poderale acquisita in Rezzato, dove si era stabilita.

 

Nel 1622, per volontà del Conte Scipione Avogadro, inizia la costruzione di parte dell’impianto nobile noto come “Palazzo Vecchio”, che costituiva il nucleo centrale (rivolto a Mattina) della tenuta.

 

Con il Settecento il vento palladiano soffia anche a Brescia ed è così che nel 1735 iniziano i lavori di costruzione della facciata e dell’ala est, affidati dagli Avogadro al grande capomastro bergamasco Giovanni Battista Marchetti.

Sarà però l’abate Don Antonio Marchetti, figlio di Giovanni Battista, a donare alla villa il fasto che ancora oggi ammiriamo.

Di impostazione  raffinata, dall’impronta tardo-barocca ispirata a modelli mitteleuropei e francesi, è stata definita “Piccola Versailles”.

 

Le statue in pietra arenaria grigia, aggiunta neoclassica, e i pennacchi in pietra di Botticino, espressione di un Romanticismo imperante, completano e accrescono la sontuosità della facciata.

 

Ciò che ammiriamo oggi è il risultato di aggiunte, cambiamenti, ristrutturazioni (l’ultima del 1957): di certo il risultato è sontuoso ed armonioso. Particolarmente scenografiche le decorazioni in marmo botticino che chiudono il giardino così come la grande scalea in facciata.

 

A tanta imponenza esterna fanno seguito le stanze interne del piano terra e del piano nobile con pareti affrescate e soffitti con stucchi dorati in stile neo-barocco ottocentesco.

 

Dopo anni di abbandono la villa oggi è un albergo e centro convegni  

villa fenaroli e bacco
Google Maps

Caricando la mappa, l'utente accetta l'informativa sulla privacy di Google.
Scopri di più

Carica la mappa

Ecomuseo del Botticino