Costruito verso la fine del Cinquecento e ampliato dal capitano Giacomo Negroboni, conte di Botticino, nel 1600, doveva avere una pianta ad U, aperta su uno scenografico giardino interno. Purtroppo il braccio occidentale del fabbricato non è stato mai terminato.
Il giardino, che doveva precedere prospetticamente la facciata interna, è stato sacrificato nella formazione dell’antistante piazzetta con aiola centrale. Il pianterreno è scandito da una armonica successione di archi su tutti i prospetti e questo ritmo è ripreso al primo piano da una simmetrica e ordinata scansione delle finestre.
Una leggera cornice, a mensole appena accennate, chiude in alto le cortine murarie interne, rivelando, con la sua esilità, una datazione piuttosto tarda, quasi sicuramente settecentesca.
A quest’epoca risale anche il semplice belvedere che corona il tetto al centro del fabbricato.
Lo stemma Negroboni, (spaccato d’argento e di azzurro ad una pianta di giglio rosso posta in palo), è dipinto in un affresco seicentesco su di una parete sotto il portico, mentre compare scolpito in marmo sulla scala e nella decorazione in stucco della cappa del camino nella sala consiliare. In questa sala è anche conservata la pala d’altare proveniente dalla chiesa di San Faustino al Monte e raffigurante i Santi Faustino e Giovita, qui collocata dopo la rimozione e restauro avvenuti nel 1975.