Il Fontanone

Il Fontanone: l’origine del Rudone

 Il Fontanone di Paitone è la sorgente più importante in termini di portata, presente sul pedemonte che borda la pianura bresciana orientale.

 

La testa della sorgente e costituita da un laghetto irregolare, con vari diverticoli che fanno capo a punti ove esistono alcune polle naturali sparse lungo il perimetro. Il fondo si presenta a tratti sassoso, con accumuli di massi di varie dimensioni.

 

Il Fontanone di Paitone è uno dei siti più importanti di carattere naturalistico quale sorgente di acqua carsica. Il sito è stato recuperato pochi anni fa con l’obbiettivo di valorizzare l’acqua, quale elemento indispensabile per la vita, attraverso una ricostruzione idrogeologica e storica del suo percorso rispetto all’utilizzo negli anni passati.

 

Nell’anno 1000, l’ambiente fu trasformato dai monaci Benedettini ad uso agricolo con opere di bonifica. La natura di risorgente carsica ha sicuramente sviluppato un rapporto conflittuale con l’uomo, proprio per l’alternanza dei periodi di piene e magra, ma nel tempo ha permesso il sorgere spontaneo dei villaggi nei territori di Rezzato, Mazzano, Nuvolera, Nuvolento, Soina, Paitone, Prevalle e Gavardo. La percolazione delle acque tende a scendere rapidamente per gravità’ in strutture sotterrane, grotte, inizialmente verticali, pozzi, in seguito con scorrimento a pelo libero in gallerie prevalentemente orizzontali lunghe chilometri. Il riempimento di bacini al di sotto del locale livello di base genera risorgive dove l’acqua riappare a rivedere la luce.

 

Il “carso di Paitone” la cui definizione è  nata dalla spontaneità dei primi esploratori, possiede una cornice carsica completa che si è tramandata nel tempo con leggende ed accadimenti.

 

Dagli anni ’20, dopo la Grande Guerra, riprendono le esplorazioni per definire carte topografiche che sicuramente ad oggi hanno ancora qualcosa di inesplorato.

 

Il sito è visibile ed oggi mantenuto e custodito dall’amministrazione Comunale di Paitone che organizza percorsi e momenti culturali.

 

A prima vista, durante i periodi di massima magra il Fontanone, o “Fontanù” come conosciuto in lingua locale, potrebbe sembrare una tranquilla limpida pozza d’acqua stagnante che lascia intravedere il fondo sassoso. Questa sorta di calma potrebbe durare per mesi senza dare l’impressione che qualcosa possa cambiare, anche in presenza di forti e abbondanti precipitazioni.

 

Questo quadro resta imperturbato fino al momento in cui improvvisamente, apparentemente senza una ragione, la quiete di questo Eden viene scossa improvvisamente, prima con un progressivo, rapido aumento di portata e poi con una tumultuosa esplosione di acqua ribollente che invade tutto l’alveo del laghetto, si alza di livello e, non più contenuta, tracima sopra il marciapiede che unisce la paratoia all’altra sponda, Spumeggiante, ma sporca di detriti l’acqua riempie il canale di deflusso della chiavica e sulla successiva paratoia forma una rombante cascata. Il fosso a valle si riempie al punto di non riuscire più a contenere l’onda di piena e spesso l’acqua supera le sponde ed esce lateralmente ad invadere i campi.

 

Tuttavia non basta qualche scroscio di pioggia per far andare in piena il Fontanone. I grandi serbatoi sotterranei non sono sufficientemente alimentati  e per potersi ricaricare hanno bisogno delle copiose precipitazioni primaverili, dallo sciogliersi delle nevi, e delle piogge autunnali per gonfiare, saturare e innalzare il livello piezometrico deficitario. Senza contare che l’abbondanza d’acqua in queste stagioni può favorire anche l’improvviso innescarsi a catena di notevoli apporti d’acqua provenienti da bacini sospesi esistenti, anche se a noi sconosciuti, nel sistema carsico. È allora che anche un solo forte temporale può accendere la miccia e prorompere attraverso le sorgenti con un’onda di piena improvvisa quanto impetuosa.

 

Bibliografia

DANTE VAILATI, La risorgente carsica Fontanone di Paitone, Stampa Puntografico, Brescia, 2007

Ecomuseo del Botticino