San Gallo di botticino

da monastero a scuola di restauro: riuso dei beni culturali

già Monastero della Santissima Trinità

Il primo edificio che si incontra salendo verso il complesso monastico è un piccolo rustico che conserva un’edicola sacra decorata da un affresco raffigurante una Madonna con il Bambino di fine Quattrocento. A questa edicola si accostò un blocco edilizio caratterizzato da tre elementi architettonici: un ex fienile ristrutturato negli anni Settanta, ora destinato a centro di documentazione della scuola di restauro, la chiesa nuova del 1650 e un rustico affacciato al cortile interno ora adibito ad aula scolastica.

 

Da un portale in marmo Botticino si accede alla corte su cui si affaccia il monastero. La lunga facciata è suddivisa in tre parti: a destra si trova un corpo di due piani del secolo XVI; in mezzo la facciata della vecchia chiesa sempre del secolo XVI; a sinistra un corpo su due piani, un tempo sede delle abitazioni dei lavoranti, sopraelevato con la creazione di una mansarda nel 1970.

 

Attraverso il portone centrale si accede all’aula della vecchia chiesa. L’atrio ha una larghezza maggiore dell’aula che si prolunga fino al presbiterio ed è coperto da una volta a vela a quattro spicchi. Questo spazio è l’ultimo ampliamento realizzato e collocabile storicamente tra la fine del XV secolo ed i primi anni del XVI secolo. Passati sotto l’arco che divide l’atrio dall’aula della chiesa, ecco apparire sulle pareti un palinsesto di dipinti votivi raffiguranti madonne in trono, visioni della trinità e un corteo di santi. I dipinti sono distribuiti su almeno tre strati di cui il più antico del XIV secolo ed i più recenti del 1480. A completare l’apparato pittorico, i dipinti della volta dell’abside dei primi anni del XV secolo.

 

Da un portico addossato alla facciata principale si accede alla nuova chiesa edificata per opera della famiglia Lorando nel 1650. L’edificio presenta un’aula voltata a botte ed un piccolo presbiterio e conserva le opere più antiche provenienti dalla chiesa precedente.

Sulle pareti laterali sono posizionate due nicchie che fungono da altari laterali: nella prima fu posizionata la cinquecentesca statua lignea policroma della Madonna attribuita a Maffeo Olivieri, mentre nell’altra campeggia una vigorosa scultura lignea settecentesca che raffigura san Benedetto, probabilmente ceduta dai monaci Benedettini del complesso di San Faustino a Brescia assieme alle due grandi tele del pittore bergamasco Antonio Cifrondi risalenti al 1725-30, poste nel presbiterio. La pala dell’altare maggiore del 1525-30 raffigura la Trinità venerata dai santi Faustino e Giovita ed è opera della scuola di Paolo da Caylina.

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Ecomuseo del Botticino