Ecomuseo del botticino

29 chilometri di pista ciclopedonale per visitare ecomuseo e le sue bellezze

Ciclopedonale Gavardina – da Salò a Brescia seguendo il Naviglio

La ciclabile Gavardina è un percorso ciclopedonale di circa 29 chilometri, che parte da Brescia e arriva fino a Salò, sul lago di Garda. Il tragitto parte dell’ex monastero di Sant’Eufemia, ora sede del Museo delle Mille Miglia, e si dirige verso il centro di Virle, attraversando i centri cittadini di Caionvico e Rezzato. Superato l’abitato di Virle inizia l’alzaia, riservata al passaggio ciclo-pedonale che, fiancheggiando il naviglio bresciano, prosegue fino al centro di Gavardo, attraversando anche i Comuni di Mazzano e Prevalle. Da Gavardo il tracciato attraversa il fiume Chiese e, costeggiandolo, arriva fino a Villanuova, ove si ritorna sulla precedente sponda. Alla periferia di Villanuova, la pista ciclabile s’innesta sul vecchio tracciato della ferrovia Rezzato-Vobarno, raggiungendo l’abitato di Roè Volciano. Dopo una lunga discesa si arriva nel centro di Salò, affacciata sull’omonimo golfo gardesano

 

Numerosi gli elementi di valore paesaggistico, architettonico, storico e dell’archeologia industriale che si osservano lungo il percorso o nelle sue vicinanze: pievi, chiese, ville di campagna, opere per l’irrigazione e la produzione di energia elettrica, ponti antichi, depositi morenici, terrazzi fluviali, campi coltivati e aree boscate. A Tormini si transita sul ponte della vecchia linea ferroviaria Rezzato-Vobarno, nei pressi del quale si può osservare anche un rifugio antiaereo risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Fondamentale per la ciclovia è stata la presenza della linea ferroviaria, rintracciabile oggi, tra Virle Treponti e Mazzano e tra Tormini e Vobarno Paese per l’intera estesa e convertita quasi completamente nel percorso della Gavardina. Tra Mazzano e Tormini, invece, l’ex-sedime è quasi totalmente scomparso, trasformato nella SS 45 bis o, nelle aree urbane di Gavardo e Villanuova sul Clisi, in strade locali. Ancora esistenti e generalmente in buono stato di conservazione le principali opere d’arte, ovvero i tre ponti ferroviari della linea, così come la gran parte delle ex-stazioni e fermate. Sono stati, purtroppo, demoliti i fabbricati delle ex-stazioni di Rezzato e Vobarno Ferriera.

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